La recensione della prima stagione di Suburra – La Serie, prequel del film del 2015, disponibile da questa settimana su Netflix.
Suburra – La serie: trama e protagonisti
È ambientata nel 2008, tre anni prima degli eventi raccontati nell’omonimo film, questa stagione 1 di Suburra. Più precisamente nei venti giorni che precedono l’effettività delle dimissioni del sindaco di Roma. Sullo sfondo, i fatti di cronaca italiana del periodo.
Tutti i personaggi gravitano attorno alla speculazione edilizia della zona di Ostia.
La politica è rappresentata da Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro). Al Vaticano è legata Sara Monaschi (Claudia Gerini), mentre la strada appartiene alle due famiglie rivali Adami ed Anacleti. C’è infine chi ha il potere e l’esperienza di muoversi su più livelli. Non solo Samurai (nel ruolo Francesco Acquaroli sostituisce efficacemente Claudio Amendola), ma anche una nuova figura: quella della Contessa.
Recensione
La serie si aggiunge alla lunga lista di racconti di genere che ha regalato molte soddisfazioni all’Italia, negli ultimi 10-15 anni. Non solo riconoscimenti, dai David di Donatello fino a Cannes, ma anche quel successo economico che ha contribuito alla crescita, proprio grazie alla possibilità di investire, spaziare e sperimentare di più, del nostro cinema.
Mantenendosi stabile lungo il tracciato che regia, fotografia e casting del lungometraggio di Stefano Sollima avevano impostato, la produzione Netflix è quasi impeccabile. In alcuni episodi qualche scivolone non manca: nella sceneggiatura, certi snodi sono un po’ tirati per i capelli o proprio eccessivi, nella recitazione, talvolta da rivedere, e nella riproposizione non riuscitissima di certe inquadrature e pose caratteristiche dei ganster-movie.
Ma la serie non deraglia mai, offrendo anche diverse sorprese. Una su tutte è la Livia Adami, sorella di Aureliano, interpretata da Barbara Chichiarelli.
Il confine tra onesti e criminali è grigio, come i sanpietrini che lastricano le strade e le piazze di Roma
Della bravura e credibilità nel proprio ruolo di Borghi, Ferrara e Dionisi avevamo già avuto prova con la pellicola del 2015. Tutto il cast comunque, ruoli di secondo piano compresi, ha modo di dare, poco a poco, tridimensionalità e sfumature al relativo personaggio.
Degne di nota anche le scenografie d’interni, così come, ovviamente, le location scelte qua e là per la capitale, sia in centro che in periferia.
La storia, pur non inventando niente di nuovo rispetto al film o alle tipiche dinamiche seriali di tradimento, compromesso e doppio gioco, diverte. Rovesciando continuamente equilibri e situazioni, “tormentando” così i protagonisti delle vicende. Chi si trova in testa finisce puntualmente indietro e viceversa: da ogni problema nasce sempre un’opportunità.
Immancabili e numerose le scene di nudo, spesso integrale, tanto variegate da soddisfare qualunque gusto. Lo stesso dicasi di violenza e sequenze d’azione.
Insomma Suburra possiede tutto ciò che ogni appassionato del genere possa desiderare. A parte una seconda stagione pronta, che, speriamo, non tarderà ad arrivare…
“Nuda come la bellezza grande come Roma / Santa e dissoluta Roma ama e non perdona / Roma ti divora come un barracuda / Roma nuda, nuda, nuda.” – 7 Vizi Capitale, Piotta feat. Il Muro del Canto.